Fastosa ed elegante, Villa Guariglia a Raito di Vietri sul Mare è il palazzo nobiliare per eccellenza del primo comune costiero. Un monumento ma anche un simbolo, soprattutto se si pensa alla storia culturale di quel Raffaele Guariglia, proprietario dell’immobile nonché ambasciatore d’Italia – dell’Ordine di Malta e Ministro degli Esteri del governo Badoglio, che con lascito testamentario lo donò all’Amministrazione Provinciale di Salerno per farne un Centro Studi alla sua memoria.
L’obiettivo era che il Centro contribuisse alla “migliore conoscenza della storia e delle civiltà susseguitesi nella regione, dalla protostoria fino ai giorni nostri”. Sono queste le parole con le quali Raffaele Guariglia affidò i suoi beni alla Provincia di Salerno e in particolare a Venturino Panebianco, allora direttore dei Musei Provinciali, e suo grande amico. Dal 1970, anno della morte dell’ambasciatore, il Centro Studi “Raffaele Guariglia” ha richiamato prestigiosi studiosi come Raffaele Cantarella e Giovanni Pugliese Carratelli, giusto per citarne alcuni.
Immersa nel verde e protesa verso il mare, la villa sorge sulla collina di Raito lungo la strada provinciale, ormai dedicata a Raffaele Guariglia. Il complesso è composto dalla villa, da una torretta, da u parco che, a sua volta, comprende giardini ed alcuni piccoli appezzamenti agricoli.
Originariamente era una casa rurale, acquistata nel 1711 da un avo e poi ristrutturata dal padre dell’ ambasciatore, Alfonso Guariglia, discendente da una ricca famiglia di commercianti. Il fabbricato ha, quindi, subito diverse ristrutturazioni, documentate da quattro dipinti che sono all’ interno della villa. Ad essa si accede dalla strada provinciale dove è sito un imponente ingresso; si attraversa un viale a terrazzamento che termina su un belvedere sottostante il portone.
La villa ha un pianterreno dove, fra l’altro, è depositata una portantina appartenuta, forse, a Napoleone Bonaparte. Il resto è a due livelli rispettivamente con sette balconi: un primo piano è destinato alla sala da pranzo ed al salotto, ricco di quadri, porcellane ed argenterie preziose; il secondo piano alla zona notte ed alla biblioteca.
Ha un arredamento degli anni trenta ed una doviziosa serie di oggetti che, invero, sono legati ai lunghi viaggi ed alle missioni dell’ ambasciatore.
Sono numerosi i prodotti in ceramica, fra cui quattro pannelli che, risalenti all’ opera di Renato Rossi, rappresentano squarci panoramici di Vietri, Amalfi, Salerno e Cetara. In ceramica è pure la riproduzione della copertina del libro di Fabrizio Pinto, rappresentante Salerno, assediata dai Francesi nel 1663. Notevoli sono le cere del Masaniello, alle quali lo stesso ambasciatore dedicò uno studio particolare. Nella villa sono custoditi oltre cento dipinti, una trentina di acquerelli, circa ottocento stampe, una ventina di disegni, una raccolta di cartoline.
Vi è anche un presepio artistico del 700. La Biblioteca consta di quattromila volumi, per lo più di interesse storico-diplomatico, di scienze politiche e di economia. Sono conservate anche pregevoli edizioni del 500 di classici latini e greci. Annessa alla villa è la cappella di San Vito, aperta al culto e ristrutturata nel 1931 a cura dei Guariglia. Sul frontone è infisso lo stemma originale del casato Guariglia.
Durante la II Guerra Mondiale, nel periodo dall’11 febbraio al 15 luglio 1944 che vide Salerno sede provvisoria del Governo Italiano, fu residenza reale di Vittorio Emanuele III.
Attualmente nella villa si svolgono incontri, mostre, convegni culturali.