Richard Dolker è uno dei maggiori rappresentanti del cosiddetto “periodo tedesco” della ceramica vietrese.

Richard Dolker è uno dei maggiori rappresentanti del cosiddetto “periodo tedesco” della ceramica vietrese. Nativo della Foresta Nera si reca a Stoccarda giovanissimo per gli studi in generale e per affinare specifiche abilità artistiche e artigianali come tessitura, pittura e scultura. Studi che non porterà a compimento per la Prima guerra mondiale e per il piacere di viaggiare. Arriva in Italia nel 1921 in Sicilia e poi da Capri arriva a Vietri nel maggio del 1923 venuto casualmente a contatto con le fabbriche di ceramica presentandosi come pittore.

A Vietri resta dal 1923 al 1933 ed inizia una contaminazione artistica dando vita ad uno dei periodi più floridi della ceramica vietrese che è stato ed è ancora oggi d’ispirazione agli artisti e artigiani locali. Dolker introduce nuovi decori con figure di contadini e pescatori, scene di vita quotidiana e animali, paesaggi costieri e monumenti, traducendo nelle sue opere il profondo rispetto della vita e l’amore nelle espressioni che essa si manifesta. L’artista era tutt’uno con l’uomo, nel suo intimo coerente col suo lavoro creativo ed il suo interesse per la vita, le persone e anche gli animali, aveva un corvo addomesticato di nome Jacob. Dolker era un instancabile, curioso e attento camminatore, a piedi con zaino in spalle aveva vagato da nord a sud tutta la penisola e spesso raccontava dei suoi viaggi ai giovani artisti, amici e ammiratori. Gli amici erano spesso artisti stranieri che chiamava e ospitava godendone della compagnia, dello scambio di idee e di ispirazione. Non si può non sottolineare il senso di ospitalità di Dolker, a nessuno era mai negato un aiuto, un pasto o un letto, sulla trave sopra la porta di casa era incisa una frase che diceva: “chi ha spazio nel suo cuore, trova spazio anche nella sua casa”. Nel 1927 sposa Elsie Schwarz una dei tanti artisti chiamati da lui e dalla loro unione nasceranno 5 figli di cui 3 nel periodo di Vietri. In quegli anni Dolker lavora alla I.C.S. (Industria Ceramica Salernitana) ove incontra il giovanissimo vietrese Giovannino Carrano che nominò primo pittore e gli fece aumentare la paga. Dolker è stato il caposcuola dei ceramisti stranieri a Vietri ed il primo a credere nella bellezza e nelle possibilità artistiche della ceramica vietrese. Lasciò Vietri nel 1933 e dopo una parentesi di un anno e mezzo a Luino sul lago Maggiore torna in Germania nel 1935. Costretto a partecipare anche al secondo conflitto mondiale negli ultimi anni di vita si dedicherà al lavoro dei batik con amici e allievi. Fu strappato alla vita nel 1955 da una malattia affrontata con serenità e coraggio.
Dolker tra le tante belle opere che ha realizzato è stato il primo a riprodurre l’asino o “ciucciariello” che ammirato in tutto il mondo è divenuto il simbolo internazionale della ceramica di Vietri.
Egli affascinato dall’asinello, comincia a riprodurlo in molti dei suoi disegni e non solo in ceramica, di ritorno da un viaggio in Sardegna nel
1926. All’epoca l’asinello con il  carretto o delle ceste ai lati era usato come mezzo di trasporto delle persone e delle merci ed il loro passaggio o sosta, ispirava gli artisti e gli artigiani locali che dopo Dolker hanno continuato e continuano a riprodurlo nelle loro opere.
Oggi l’asinello, anche simbolo di lavoro e forza, non è del tutto scomparso dalla realtà vietrese e resta un valido ausilio all’uomo in svariati lavori nelle frazioni alte ed in costa amalfitana dove la natura del territorio non consente sempre l’accesso alle macchine.

Nel 2023, per i cento anni della venuta a Vietri di Richard Dolker, i premi della vietriedintorni saranno raffigurati con l’icona del “ciucciariello”.

 

Vietri e dintorni 15 gennaio 2023

Proloco di Vietri sul Mare

 

foto: https://www.blindarte.com/Home/CatalogLotOnTime/20516