
Vincenzo Solimene nasce a Vietri sul mare nel 1925 da una famiglia di ceramisti quindi quest’anno ricorre il centenario della sua nascita. I primi approcci con la meravigliosa arte della ceramica furono alla scuola di ceramica del professore Renato Rossi e presso l’edificio Amabile di Marina di Vietri con il papà, apprezzato torniante. Vincenzo, nonostante le difficoltà del conflitto bellico e l’aver perso in età adolescenziale la cara mamma, matura, sia all’interno della famiglia che nelle relazioni personali e sociali, una personalità carismatica, di guida, di riferimento che prevale al cospetto di quella artistica. Nel dopoguerra intorno al 1947, con la ripresa dell’attività lavorativa, si registrò un progressivo incremento della domanda che indusse Vincenzo Solimene al sogno di realizzare una grande fabbrica con un’adeguata capacità produttiva. Tra le care sorelle che per quanto possibile compensavano la figura materna, Vincenza ed Eufemia si occupavano anche della vendita nel negozio in piazza Matteotti.
Non mancava a Vincenzo Solimene speranza, coraggio, intraprendenza e una visione lunga, dapprima, proprio dal professore Rossi nel 1949 rileva il laboratorio “Musa” in via Scialli con le relative attrezzature avviando la manifattura ceramica e poco dopo acquista un piccolo fondo terrazzato e coltivato ad uliveto per dare concretezza al sogno anzidetto. Nel 1950 fu approvato un primo progetto della nuova fabbrica ed iniziarono i lavori di sbancamento.
In quegli anni a Marina di Vietri arriva un giovane architetto: Paolo Soleri interessato e incuriosito dalle fornaci a sviluppo verticale e alla modellazione di ciotole e piccole vasi ottenuti in una sola cottura di colore scuro e dall’aspetto antico. Paolo Soleri col suo aspetto eccentrico e anticonformista, giunge a Vietri con un leoncino adibito a casa mobile, suscita fin da subito simpatia ed entra in stretta amicizia con Vincenzo Solimene e con gli artigiani del luogo. Grazie anche ad una sospensione dei lavori nel 1951 nasce sottoforma di un manufatto in terracotta, la proposta di un nuovo progetto che convince Vincenzo Solimene a rivedere il progetto iniziale e nel 1952 presenta con Paolo Soleri, dopo alcuni mesi di intenso lavoro, il nuovo progetto a modifica del precedente. I lavori vengono sospesi più volte e Soleri e Solimene furono costretti altrettante volte a recarsi a Napoli e Roma presso i vari uffici della Soprintendenza e del Ministero e solo nel 1954 arriva l’ultima firma di autorizzazione della commissione comunale ove il sindaco di suo pugno scrive “E’ un edificio originale che aumenterà il prestigio della città”. L’opera che abbina funzionalità e bellezza, viene completata nel giro di un paio d’anni e agli inizi del 1956 inizia ufficialmente l’attività della “Ceramica Artistica Solimene”.
Con l’alluvione del 1954 e i danni subiti dall’edificio Amabile di Marina viene chiusa la produzione e con l’avvio della nuova fabbrica Vincenzo chiude anche la manifattura di via Scialli. Il negozio di piazza Matteotti agli inizi degli anni 60 viene anch’esso chiuso anzi espropriato con un lauto indennizzo per consentire la realizzazione della strada che in salita dal quadrivio della piazza porta all’autostrada.
Nel 1969 Vincenzo Solimene con i fratelli Antonio e Francesco rileva gli ampi locali dell’ex vetreria Ricciardi in via XXV Luglio ove avviano prevalentemente la produzione di pavimenti e rivestimenti con la denominazione di “Ceramica Vietri Mare dei f.lli Solimene” che resterà attiva fino al 2003. Nel 1992 invece, sono i figli di Vincenzo a rilevare i locali di un ex opificio tessile sulle sponde del fiume Bonea ed avviare la manifattura ceramica con la denominazione “Solimene Ceramica”. Altro passaggio di rilievo che nel 1993 vide Vincenzo Solimene principale protagonista, fu la realizzazione di una scuola di ceramica per la formazione professionale dei giovani con il contributo ed il riconoscimento della regione Campania con la denominazione “Centro Studi d’Arte Vietrese” ove figurava tra gli insegnanti la prof.ssa Erika Rossi figlia del prof. Renato che iniziò Vincenzo all’arte della ceramica. La scuola fu allocata nel IV° piano della fabbrica e restò attiva per circa quindici anni aprendo a maestri e mastri e significando un’importante novità di confronto e crescita della ceramica vietrese. Con l’occasione fu allestita per la prima volta anche una mostra con manufatti e bozzetti di artisti contemporanei e del periodo precedente che evidenziò la vocazione a museo che tutta la fabbrica potrebbe avere. Altre mostre, non solo di artisti e performer legati alla ceramica, si sono succedute negli stessi spazi negli anni a seguire.
<<…La produzione di stoviglieria, di pavimenti e rivestimenti interamente lavorati e decorati a mano, unisce al rispetto delle antiche tecniche, quale l’uso del tornio, l’adozione delle tecnologie più avanzate, per garantire la robustezza, la durata nel tempo e anche la praticità d’uso della lavastoviglie per il vasellame. L’estrema versatilità nei decori, nelle forme, negli smalti apiombici, frutto di continui studi e ricerche, consente di soddisfare qualsiasi esigenza e di poter realizzare anche particolari produzioni su richiesta…dal sito ufficiale>>
Vincenzo Solimene si caratterizzava per la sua semplicità, la sua moderazione, le sue doti di amabilità, affabilità, il suo intuito nella scelta delle maestranze, il rispetto che aveva delle persone e delle cose ed il rispetto con cui veniva ricambiato, la capacità di interloquire sia con politici o personalità famose che in tanti hanno varcato e varcano ancora oggi la soglia della fabbrica, che con i suoi artigiani o persone comuni come ad esempio i pescatori quando si recava alla marina per i bagni nel periodo estivo o con gli amici cacciatori anche se in montagna preferiva fare facili passeggiate con i bambini a raccogliere le castagne o l’origano. Amava, intratteneva ed incantava i bambini arricciando i baffi e con gli occhi allegri inventando storie inverosimili, forse per questo ha avuto ben dieci figli Antonio, Francesco, Giovanna, Cinzia, Silvio, Ersilia, Giancarlo, Anna, Cristina e Marco sposando la sig.ra Vincenza Autuori di Salerno. Nelle occasioni di cerimonie e festività sapeva essere molto generoso. È stato cavaliere del lavoro, presidente dell’Unione Sportiva Vietrese e sostenuto lo sport locale del calcio, atletica leggera, basket e ciclismo quando tra l’altro venivano organizzate sul territorio svariate gare. Tra le curiosità Vincenzo è stato uno dei primi a Vietri ad aver guidato una giardiniera in legno chiaro e acquistò una delle prime TV che posizionò nel piano terra della fabbrica ove si ritrovavano dopo il lavoro tanti vietresi per assistere alle prime trasmissioni della RAI.
Il racconto di Vincenzo Solimene si aggiunge a quello di Giovannino Carrano, Richard Dolker e Gunter Studemann delle ultime edizioni della Vietri e dintorni. I premi di categoria di questa gara podistica giunta alla ventitreesima edizione del 2025 saranno realizzati dalla Ceramica Artistica Solimene.
Vietri e dintorni 12 gennaio 2025
Proloco di Vietri sul Mare